Sul senso di perdita

Che colore ha il lutto per l’ adorato animaletto del cuore?

Quale tempesta di emozioni si scatena?

Fa letteralmente male il corpo, che incarna il dolore come una serie di bastonate, piega, lascia senza energie.

Poi arriva la mente coi suoi tortuosi percorsi: non doveva andare così, chissà se ha sofferto e via così in una spirale tremenda.

Poi ecco le immagini, le ultime e poi indietro

Cosa fare di tutto ciò?

Non lo so, so cosa ha valore per me: l’ ascolto e la legittimazione di tutto ciò che provo così com’è, la ferma convinzione del valore della libertà di cui Shuki ha goduto come lui voleva.

La gratitudine per essere stata scelta come casa da una bestiola così speciale, la rete di persone meravigliose che lui ha creato, i momenti unici passati insieme, tantissimi.

E allora dico che va bene così, andrà anche meglio, un giorno alla volta.

Il benessere emotivo

Si parla molto di emozioni e benessere emotivo ma cosa significa? Possiamo trovarlo e in che modo?

Innanzitutto è bene chiarire cosa sono le emozioni: programmi interni che si attivano ad iniziare dal corpo, in risposta a stimoli ed eventi esterni e hanno la funzione di preservare l’equilibrio del nostro sistema. Un esempio pratico: se provo l’emozione paura di fronte ad una minaccia metterò in moto comportamenti atti a proteggermi e portarmi in salvo.

Le emozioni sono anche in relazione a schemi comportamentali, credenze antiche, suggestioni che appartengono alla nostra storia personale, all’ambiente in cui siamo cresciuti, a schemi culturali.

Tornando al concetto di benessere emotivo: Prima di tutto smettiamo di usare la catalogazione in emozioni positive e negative: le emozioni sono tutte neutre, consideriamo negative quelle per noi più pesanti (paura, tristezza, rabbia, disgusto, disprezzo) ma tutte hanno una loro importante funzione per la nostra evoluzione!

Le emozioni primarie sono sette: Paura, tristezza, rabbia, gioia, sorpresa, disprezzo, disgusto. Ce ne sono poi di composite, la vergogna ad esempio, è un misto di tristezza e disprezzo. Il punto di partenza è riconoscerle, sentirle nel corpo, diventarne consapevoli. Ogni emozione ha manifestazioni fisiche specifiche (ad esempio nella rabbia c’è percezione di calore che sale agli arti superiori e al petto).

In un percorso di crescita personale volto al benessere emotivo io individuo dunque questi passaggi fondamentali:

_Riconoscimento dell’emozione, cosa sto provando, dove nel corpo?

_Riconoscimento di cosa mi ha attivato quella specifica emozione, il cosiddetto trigger (esempio: nella paura il trigger è la percezione di una minaccia), diventarne consapevole.

_Riconoscere se ci sono emozioni che vivo con una forte intensità, che ho difficoltà a gestire, che mi sequestrano completamente, e lavorare per regolarle, MAI reprimerle.

_Elaborare strategie adeguate per far si che l’emozione lavori per il mio benessere. La rabbia, ad esempio, è grande fonte di energia che incanalata in modo appropriato può permettermi di superare ostacoli e raggiungere il mio obiettivo. La tristezza ascoltata e lasciata fluire mi permette di raccogliermi ed elaborare un dolore, un momento particolare.

Ecco allora che il benessere emotivo sta nella capacità, che si può apprendere ed allenare, di stare e fluire con tutte le emozioni, nella capacità di regolare l’ansia (che altro non è che la difesa che usiamo per non sentire un’emozione per noi critica), nel sentire nel corpo come le emozioni si muovono.

Ho visto nei percorsi con me, tante persone mettere in moto importanti cambiamenti e raggiungere maggiore armonia nelle proprie vite grazie al lavoro sulle emozioni. Secondo me non se ne può prescindere se vogliamo cambiamenti efficaci e duraturi e vogliamo migliorare le relazioni tutte.

Se desiderate approfondire potete contattarmi. Qui sotto, letture per esplorare:

Diego Ingrassia – Il cuore nella mente –

Erica F. Poli – Le emozioni che curano –

Rallenta

Noi ci temiamo come animali

che studiano di sottecchi le intenzioni dell’altro

ci teniamo a distanza

con uno sguardo sotterraneo

misuriamo la paura

con movimenti audaci e controllati

ci sottoponiamo a prove di avvicinamento

sguardi lanciati alle finestre

alle vie di scampo. Pronunciamo

una parola a bassa voce

saggiamo la vigilanza acustica dell’altro

valutiamo adocchiamo segnali

e infine un balzo ardente e luminoso:

un incalcolabile abbraccio.

  • Chandra Candiani

Non potevo trovare parole più intense per augurare a noi tutti un luminoso anno nuovo

Connessioni

Svolgere una professione della relazione dell’aiuto quale il coaching, significa innanzitutto creare relazione, creare connessione appunto.

Gli sblocchi emotivi che osservo nei clienti durante i percorsi arrivano proprio quando si riconnettono a se stessi, alla loro natura profonda, alle loro emozioni, alla loro storia personale vista con un’ altra prospettiva.

Esiste poi la connessione con il mondo esterno, importantissima anch’essa ovviamente, si tratta di una strada a due direzioni, dal dentro al fuori e di nuovo al dentro.

Nel mini video che propongo qui voglio mostrare una connessione che parte dalla condivisione professionale di uno strumento di sblocco e crescita personale preziosissimo, Psych K, che mi ha portato a conoscere con Giancarlo Merlo, mio formatore e persona splendida con cui la connessione appunto, è andata poi oltre la fruizione del corso.

Non aggiungo altro, l’intento è quello di evidenziare le potenzialità di uno strumento quale Psych K in una prospettiva più ampia che è quella, vitale per me e per chi voglia davvero stare bene, delle connessioni profonde.

Il video potete vederlo a questo link:

                   https://youtu.be/fr82qfjrTuk?si=sOsmO3m-q5K5hZ95

Agosto ed io

E’ da qualche anno che scelgo di passare agosto a Milano, la mia città, e devo dire che ogni anno è un’ esperienza diversa perchè diversa mi sento io.

Prima di tutto la percezione del tempo che si dilata come le ore di luce, luce che in agosto è morbida, ha una languidezza tutta sua. Dalla finestra arrivano rumori lontani, di sottofondo, una musica, passi, vociare sommesso. Tutto pare invitare alla lentezza, anche in questa città troppo spesso dipinta come frenetica e dai ritmi convulsi. Un peccato che pochi vogliano poi restarci quando il ritmo si placa e Milano mostra un altro volto, fatto di accenti stranieri di turisti, del dialetto parlato dagli anziani e dai ritmi latini dalle radio dei riders.

Anche il mio lavoro rallenta, alcuni amici partono per le loro ferie, ho di certo più tempo da passare da sola, benchè io mi riservi tutto l’anno del tempo per me, ne ho bisogno.

Ho la percezione di un maggior contatto con le mie emozioni, quella parte profonda che troppo spesso tendiamo a mettere a tacere per non sentire, a questo ci serve il rumore, l’essere sempre così indaffarati e di corsa. E le sensazioni scomode emergono eccome: senso di solitudine, dubbi, pensieri ricorrenti e fastidiosi in un mondo che ci vorrebbe sempre sicuri, abili, capaci.

Più il tempo passa più mi apro ai dubbi, ho sempre più chiaro che la realtà è percezione individuale, la creiamo noi, dunque la mia realtà è solo una delle tante possibili, quindi cambiando percezione cambia tutto, ed è così. Il dubbio mi aiuta ad ampliare la visione del mondo, dei mondi possibili.

Ecco, agosto per me è esperimento, è anche stare scomoda senza le distrazioni della solita routine, è sentire ed accogliere quel sottile disagio del non conosciuto, delle domande, è stare ferma sul divano guardando fuori dalla finestra perdendo la percezione del tempo. Perchè, direte voi? Per sentire a che punto sono, come sto veramente, anche se a volte quello che arriva non mi piace. E per trasformare quello che arriva in dono di conoscenza più profonda, di gentilezza verso me stessa, laddove la vulnerabilità diventa forza.

In un bellissimo libro appena finito l’autrice parla della nostra epoca come di un tempo dominato dalla “tirannia della positività”, in cui bisogna dire sempre che va tutto bene, in cui stati d’animo come la malinconia vanno nascosti poichè giudicati inopportuni, da perdenti. E così fingiamo che tutto vada sempre alla grande, ma non è quello che poi le persone mi raccontano nelle sessioni di coaching, dove la fanno da padrone proprio i dubbi, la fatica di fingere, la tristezza soffocata.

E allora agosto per me è anche l’esercizio della malinconia.

Il libro è questo: Il dono della malinconia – Susan Cain

Vi auguro un Agosto prezioso, in ascolto

Estate

È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell’immobile strada. Ogni cosa è riemersa.
Nell’ímmobile luce dei giorno lontano
s’è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d’allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d’allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.
È tornata l’angoscia dei giorni lontani
quando tutta un’immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l’angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s’accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s’annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l’estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.

Cesare Pavese

La resa

diventachisei

Molti di noi hanno difficoltà con il concetto di resa, che viene intesa come colpevole rinuncia, segno di debolezza, talvolta codardia, insomma evoca giudizi con cui ci si sente scomodi, sbagliati, inadeguati, non all’altezza degli altri.

Nella nostra società spesso si respira la credenza per cui chi resiste è più forte, più degno, insomma migliore, in una visione della vita come continua lotta, performance, gara ad ostacoli per dimostrare di essere i più forti.

Mi accade sovente nei percorsi con i clienti, di constatare quanto questa resistenza sia potente, anche se essi stessi si rendono conto di quanto il non riuscire a mollare ogni tanto sia per loro dannoso e non porti a nulla se non a frustrazione e grande pesantezza.

La resa di cui parlo è risultato della consapevolezza che talvolta gli eventi della vita vanno come a noi non piace, come non ci aspettavamo, anche in maniera ingiusta…

View original post 243 altre parole

I miei percorsi per te

diventachisei

VOLA – IL PERCORSO SULL’AUTOSTIMA

Una serie di sessioni di coaching mirate ad osservare come dialoghi con te stesso. Spesso quando l’autostima è debole non ci sentiamo in grado di raggiungere un obiettivo, fatichiamo a prendere decisioni, non siamo mai certi di ciò che vogliamo, dove vogliamo andare, cosa conta davvero per noi, ci giudichiamo severamente in una continua ed estenuante lotta con noi stessi, anche le realzioni ne risentono. In questo percorso acquisirai gli strumenti per osservare dove nasce il tuo autoboicottaggio, qual’è il tuo sistema di valori, cosa davvero ti rappresenta, ti appartiene e cosa invece è frutto di condizionamenti che ti impediscono di guardarTI davvero, in modo autentico.Una volta libero/a da questi schemi attingerai alle tue risorse e svilupperai piena consapevolezza del tuo valore, della tua unicità, di ciò che è importante per te e potrai infine agire in accordo con chi sei. Una vera e propria…

View original post 194 altre parole